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Chiesa S. Vittore a Brembate
Sopra il fiume Brembo ha resistito per secoli l’antichissimo ponte di San Vittore, sorto su un impianto di origine tardoantica o medievale.
Dello stesso periodo storico risale la chiesa di San Vittore, edificio ecclesiale di origini altomedioevali se non precedenti.
La chiesa comprende una parte sotterranea costituita da una grotta e una parte superiore esterna, del XV-XVI secolo, formata da un locale unico, a pianta rettangolare, completato da una piccola torre campanaria.
All’interno della grotta si trova un antichissimo affresco raffigurante una Crocifissione mentre nella chiesa superiore si trovano alcuni affreschi di buona fattura e in ottimo stato di conservazione risalenti al XVI e XVII secolo.
Percorso storico/culturale a Brembate … seconda puntata
Ci avviciniamo…. Mentre scriviamo siamo ancora in attesa di una decisione finale e ufficiale da parte del FAI per una sua giornata nella nostra Brembate, ma ormai ci siamo.
Nella trepidante attesa, come promesso, eccoci al nostro virtuale volo planato sui nostri gioiellini storici. Nell’edizione precedente vi abbiamo descritto la chiesa romanica in Grignano di San Fermo e Rustico.. MA, SORPRESONA!!! Il parroco di Marne (per qualche ignoto motivo storico, forse legato alle donazioni passate nei territori delle diocesi, risultante depositario delle chiavi dell’edificio) ci nega la visita al nostro manufatto.
Ripartiamo quindi con i manufatti visitabili: eccoci al Santuario di San Vittore, diventato uno dei “luoghi del cuore” del FAI grazie alle firme raccolte nel 2020 e che a metà maggio di quest’anno potrà essere rivotato con la raccolta firme… e più son queste numerose più cresce la possibilità di ottenere finanziamenti da indirizzare al restauro. Questa volta ci appoggiamo all’aiuto di Agnese Lomboni, guida abituale per i gruppi in visita alle grotte, la cui esposizione sarà adeguatamente corredata dalle foto di Osvaldo Torri.
Il Santuario di San Vittore a Brembate.
Il Santuario di San Vittore sorge in riva al Brembo, ai margini di un antico asse viario romano che scavalcava il fiume all’altezza dell’omonimo ponte.
In questo tratto la valle del Brembo è caratterizzata dalla presenza di estesi banchi di ceppo, erosi dallo scorrere delle acque sino a formare vere e proprie grotte. La tradizione vuole che in una di queste grotte abbia trovato rifugio il soldato romano Vittore in seguito convertitosi al cristianesimo.
Ma chi era S.Vittore
Come d’uso, e senza mai deluderci, Mr. Google ci dà una mano trovando in rete un buon articolo e, aggiungerei, anche interessante come esposizione storico-politica. Eccolo: S. Ambrogio fu uno dei più efficaci "talent-scout" della storia. Scavando, letteralmente, nella storia di Milano, vi ritrovò personaggi illustri, che onoravano la diocesi di cui egli si era trovato così repentinamente alla testa. E da buon "talent-scout" egli sapeva anche lanciare
i suoi pupilli con tutti i mezzi della pubblicistica allora disponibili, soprattutto le feste popolari, gli inni sacri e i monumenti. Una delle scoperte di S. Ambrogio fu appunto S. Vittore (dal latino Vincitore), di cui egli parlò diffusamente nell'Explanatio evangelii secundum Lucam e nell'inno Victor, Nabor, Felix pii. Vittore, Nabore e Felice erano tre soldati romani provenienti dalla Mauritania (africani quindi e ciò spiega anche la colorazione scura della statua lignea brembatese) e di stanza a Milano. Costretti, come altri loro compagni nella milizia e nella fede, a fare una scelta tra l'imperatore e Dio, la loro
decisione fu chiara e irremovibile verso il loro nuovo credo cristiano. Vittore se la cavò con un semplice arresto e l’inevitabile cella di rigore. Dopo avergli fatto passare sei giorni senza mangiare e bere per fiaccarne la resistenza, venne trascinato nell'ippodromo del circo (presso l'attuale Porta Ticinese): nonostante l'interrogatorio venisse condotto dallo stesso Massimiano Erculeo e dal suo consigliere Anulino, Vittore rimase ben saldo nel suo
rifiuto di sacrificare agli idoli, rifiuto che mantenne anche dopo una severa flagellazione. Riportato in carcere, là dove si trova ora Porta Romana, S. Vittore venne ulteriormente tormentato: tra l'altro sembra gli fu versato piombo fuso nelle piaghe, ma la forte tempra del soldato africano non ne fu ancora fiaccata. Un giorno, anzi, approfittando di una disattenzione dei suoi carcerieri, riuscì ad evadere … e qui forse risale la leggenda del suo arrivo nel nascondiglio delle grotte di Brembate. Ma ormai il suo peregrinare era terminato: scoperto, venne riportato in Milano e, trascinato in un vicino bosco di olmi, decapitato. Il suo corpo rimase insepolto per una settimana, ma il vescovo S. Materno lo ritrovò, così dice la leggenda, ancora intatto e fedelmente vegliato da due fiere (tutto ciò lo possiamo “leggere” negli affreschi del presbiterio della chiesa superiore del santuario). Una ricostruzione ovviamente completamente di parte, per cui prendiamola per quella che è. A seguire, in Milano, gli fu edificata una tomba sontuosa, accanto alla quale S. Ambrogio
volle far seppellire suo fratello Satiro. Ripassiamo il testimone alla nostra Agnese.
Il Santuario
Il Santuario, riportato nei documenti ufficiali per la prima volta nel 962, in un atto relativo alla donazione di beni da parte dell’imperatore Ottone I al vescovo di Bergamo, si compone, dal punto di vista architettonico, di tre parti ben distinte.
In una delle grotte scavate dal fiume Brembo, ha origine una delle rare chiese rupestri di pianura, in seguito completata architettonicamente attorno al XIV secolo, per esigenze di sicurezza o a causa delle piene del fiume, con la chiusura verso il Brembo e la realizzazione di una vera e propria Chiesa dotata di presbiterio e altare. Tra il XV e il XVI secolo venne poi innalzata la muratura verso il fiume.
Nell’area più antica si trova un piccolo altare al di sopra del quale è posto un affresco che rappresenta un Crocifisso di stile giottesco datato XII secolo.
In seguito all’ampliamento la Chiesa ipogea è stata dotata di un presbiterio chiuso da una balaustra in pietra locale. Sopra l’altare, anch’esso in arenaria, si trova un affresco che rappresenta l’Incoronazione della Vergine con la Trinità e i santi Vittore e Pantaleone dipinto da G. Battista Botticchio.
La volta, recentemente restaurata, ha rivelato un affresco che rappresenta il trigramma di Cristo JHS, circondato da un sole a dodici raggi, sul modello di quello ideato da san Bernardino da Siena nel XV secolo, con fiammelle che si dipanano lungo la volta.
All’interno della chiesa rupestre è stata realizzata, per collegarsi alla Chiesa superiore, la Scala Santa composta da 33 gradini costruiti con il ceppo di Brembate; utilizzata per molti anni in ginocchio dai fedeli ai quali veniva poi concessa l’indulgenza plenaria.
La Chiesa superiore
Si provvide quindi alla costruzione del terzo ambiente, la Chiesa superiore, ad aula unica rettangolare e con portale d’ingresso e presbiterio fuori asse rispetto alla simmetria della copertura a capanna, ma perfettamente entrati rispetto allo sviluppo del sagrato, un tempo meno esteso dell’attuale in quanto l’accesso alla Chiesa inferiore e alla grotta avveniva tramite una scalinata scoperta.
La chiesa superiore risale al XV secolo ed è stata dotata di campanile nel 1602. Sulla facciata, nell’architrave, sono scolpite le parole Sancte Victor ora pro nobis, mentre nella lunetta è presente un affresco del XV secolo raffigurante san Vittore a cavallo affiancato dai santi Sebastiano e Rocco.
La chiesa presenta una sola navata e una copertura lignea con travatura sostenuta da due archi intermedi a sesto acuto.
Il presbiterio e abside sono ricchi di affreschi, che globalmente rappresentano gli episodi del martirio di San Vittore, realizzati nel 1663 da G. Battista Botticchio e restaurati da Giovanni Tiraboschi nel 1881.
Ai lati della pala d’altare sono presenti due quadretti in affresco importanti per la storia di Brembate: a destra è rappresentato il Ponte Vecchio così come appariva nel 1663, a sinistra la chiesa di S. Vittore con la parrocchiale sullo sfondo (senza campanile) ed il castello di Brembate, di cui oggi rimane solamente la torre ottagonale.